I finanziamenti per l’imprenditoria femminile

di | 27 Giugno 2016

Nel nostro Paese per l’imprenditoria femminile sono previsti dei finanziamenti ad hoc: si tratta di agevolazioni con cui il Ministero delle Attività Produttive intende favorire le imprenditrici attraverso contributi in conto capitale che vengono erogati in seguito a specifici investimenti. Tali finanziamenti sono concessi alle imprese individuali che sono gestite dalle donne, ma anche alle società di capitali in cui le quote sono in possesso di donne per almeno due terzi e alle società di persone o cooperative che per almeno il 60% sono composte da donne. Non solo: ne hanno diritto anche gli enti di formazione, le associazioni, i consorzi, le imprese e gli ordini professionali che promuovono dei servizi di assistenza, di consulenza o di formazione imprenditoriale le cui quote siano per non meno del 70% possedute da donne.

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Va ricordato, però, che i finanziamenti previsti per l’imprenditoria femminile riguardano unicamente le cosiddette piccole imprese, cioè le imprese che sono indipendenti da imprese partecipanti, che hanno un totale di bilancio non superiore ai cinque milioni di euro o un fatturato non superiore ai sette milioni di euro e che hanno meno di cinquanta dipendenti (uomini o donne). Per quel che riguarda i settori, i contributi possono essere erogati sia nell’ambito del turismo, sia nell’ambito dell’industria, sia nell’ambito dei servizi, ma anche per realtà di natura commerciale, agricola o artigianale.

Le agevolazioni per l’imprenditoria femminile possono essere richieste nel caso in cui venga avviata una nuova attività, per un progetto aziendale innovativo, per l’acquisizione di un’attività già esistente o per l’acquisizione di servizi reali. La legge ammette spese che riguardino software, impianti generali o brevetti, ma anche servizi reali, attività preesistenti, attrezzature o macchinari. Inoltre, le spese possono essere relative anche alle opere murarie per il 25% degli impianti e dei macchinari, alla progettazione e alla direzione dei lavori per il 5% delle opere murarie, agli studi di fattibilità e ai beni usati.

Non sono ammesse, invece, le spese per le scorte di materie prime, quelle per la manutenzione ordinaria, quelle per l’acquisto di fabbricati e terreni, quelle per l’acquisto di beni a uso promiscuo come telefoni cellulari e computer portatili, quelle per l’acquisto di utensili di uso manuale e quelle per i beni usati. Come detto, le agevolazioni vengono messe a disposizione sotto forma di contributi in conto capitale secondo i limiti che la normativa comunitaria concede per gli aiuti di stato secondo la localizzazione geografica.